43 poesie
(Leça da Palmeira, Venade e Torre da
Medronheira, 2018-2020)
Edizioni Kolibris, Ferrara, 2023
traduzione di Chiara De
Lucca
prefazione di Stefano Serri
collana Beija-flor
direzione letteraria di Chiara De Lucca
§
STEFANO SERRI, prefazioni a Movimento, Edizioni
Kolibris, Ottobre 2023
«Ma
cos’è il mondo, cos’è questa cartina piena di punti dove ancora non sei passato
(ma speri ancora di recuperare); cos’è questa stazione dove trovi lasci e
ritrovi le persone, anche quelle scappate, anche quelle che credevi perse per
sempre, una stazione dove non sai ancora se partirai, ma sosti ai tavolini dei
bar, sulla panchina, sulla banchina, ti fermi e guardi come sono diversi eppure
vicini, i passanti, i visi degli altri; cos’è questo giardino dove fioriamo, ci
sfogliamo, facciamo due passi e perdiamo radici, ci riscopriamo verdi dopo il
marrone, troviamo un sentiero e non c’importa dove; a cosa serve, tutta questa
creazione, questo esercizio di grazia in sei giorni (più il settimo, per i
ripetenti e per i più stanchi), questo bellissimo quadro che abbiamo guastato
infilando le mani sporche troppe volte, pasticciato, forse bucato, bruciato,
danneggiato forse per sempre; a cosa serve un libro, ad esempio questo Movimento, che la ripete, la creazione, un
giorno alla volta, dal pianeta più lontano che è Saturno fino al nostro sole,
contando il tempo con il pallottoliere del cielo, come facevano i romani
antichi; a cosa serve, adesso, a me, a cosa serve Dio, tutto quel perfetto che
è malamente rotolato via, tutto quel cielo bello pieno di muffe, a cosa serve
il mondo che ancora incontro e non smetto di toccare, anche se sempre da più
lontano, quasi senza mano, a cosa serve, ti chiedo, mi chiedi? È un
laboratorio. È il laboratorio dei tuoi sorrisi. Pensa, leggendo questo libro di
poesie, pensa che si sono accumulati in tante città, in tante stanze, occasioni
e persone, sapori e canzoni, perché tu possa un giorno smuovere le labbra, al
di là della gioia e della tristezza, perché tu percepisca un movimento, anzi
il Movimento, l’unico che alla fine importa, il sorriso, che è il
cure riemerso, un gesto, un manifesto, un ponte verso chi ha intercettato il
tuo viso forse per caso, un tocco di pelle su pelle più grande di ogni saluto,
il movimento più umano che possiamo fare senza allungare una mano. A questo
serve il mondo. A questo serve la poesia e questo libro, forse anche queste
poche righe che sto scrivendo: ad allenarti a cercare e fiutare sorrisi, a
partire da te, al di là di ogni umore e gradino, al di là di ogni imprevisto o
di altezza, al di là della gioia e della tristezza.»
§